Chi
mi conosce sa che di cani ne ho avuti tanti, grossi, piccoli buoni, feroci ma
tutti di seconda mano; infatti con la scusa che avevo il posto e che mi ci
affezionavo conoscenti, amici e parenti mi affidavano i loro cani che per
svariati motivi non potevano più tenere. Ho collezionato nella mia vita un Rottweiler,
quattro meticci e cinque pastori tedeschi, tutti vissuti molto a lungo anche se
io rappresentavo solo la loro seconda chance nella vita terrena mentre per me
un nuovo amico dal quale imparare sempre qualche cosa. Ora è un anno circa che
l’ultimo amico ci ha lasciato e anche se non sembra per me la perdita e’ sempre
stato un forte dolore anche se nessuno mi crede; in contemporanea fortissime
pressioni in casa richiedevano la presenza di un altro cane ma facevo veramente
fatica ad approcciare un altro tipo di rapporto così totalizzante per me;
inoltre una breve esperienza con un cane trovato all’estero ha riacceso una
brace che pensavo spenta, era un Cocker Spaniel bellissimo. Alla fine di questa
storia vengo contattato da una veterinaria di mia conoscenza (la prima donna
laureata in veterinaria in Italia) esperta conoscitrice di questa razza che mi
dice che un allevatore ha un cucciolo bellissimo ma con dei problemi
comportamentali. Ha un altissima genealogia ed è il più bello della cucciolata
ma alla prima uscita con i fratelli per vederne l’indole ed il fiuto se ne
corre via sino alla periferia della città dove punta un Kebabbaro. L’allevatore
non demorde visto la bellezza del cane e riprova in un alta valle del Bresciano
per provare lo squaglio ma lui riscappa ancora, mentre i fratelli eccitati
dagli spazi aperti corrono naso a terra per i boschi, e lo ritrova che punta un
enorme spiedo di un Agriturismo locale. La speranza è sempre l’ultima a morire
soprattutto quando le aspettative di partenza sono così alte e visto che è un
cane d’acqua viene portato con i fratelli in riva al lago di Garda per vederne
la reazione ma lui scappa ancora e viene ritrovato davanti a una pasticceria
famosissima della zona. A questo punto l’allevatore addestratore se ne fa una
ragione e , non so perché’, vengo contattato io. Non so come andrà a finire
anche se l’allevatore mi ha detto che i genitori e i nonni di Watson erano
ottimi cercatori di tartufi ma credo che a lui piacciano solo grattugiati su un
bel risotto.