Appena atterrata a Linate era stata prelevata da un
autista con limousine insieme al fotografo che l’accompagnava per le
interviste; lei era molto bella ed elegante mentre il giovane aveva un’aria
malaticcia e le narici arrossate indicavano una passione proibita.
Era una delle giornaliste di moda più quotata al
mondo e i più famosi stilisti pendevano dalle sue labbra.
Uscirono da Milano prendendo la direzione sud, e dopo circa un’ora di strada si immisero in
un vialone alberato che portava ad una vecchia ed enorme cascina.
Nello spiazzo antistante i fabbricati erano
posteggiati tantissimi camion per il trasporto bestiame, listati a lutto, e neanche una macchina.
-Ma è sicuro che sia questo il posto? chiese Lei
con distacco all’autista.
-Dottoressa, l’indirizzo
me l’hanno inviato via mail sul navigatore e ci ha portato sin qui.
Va bè, pensò lei, in fondo nel mondo della moda
erano tutti un po' strani.
Scese dalla limousine inzaccherandosi di fango le
preziosissime scarpe tacco 12 all’ultima grido.
Le scappò un’imprecazione che nessuno sentì e si
avvicinò a quella che doveva essere l’entrata, un portone enorme con dei drappi
scuri e con ai lati due grosse figure nere in divisa.
Mentre si avvicinava non riusciva a credere ai suoi
occhi, le due figure erano due maiali neri