Dopo una nottata di dormiveglia e sonno agitato non ho voglia di
parlare con Klinton, il mio verro consolatore, ma mi ha già visto entrare e sta
trotterellando verso di me.
-Ciao Flin, come va?
-Molto male grazie, ho passato una notte un po' burrascosa.
-Come mai Flin, cos’è successo? Mangiato troppo come al solito?
-No no, è una storia lunga ma non ho molta voglia di parlarne.
-Dai racconta, non farmi stare sulle spine e poi tra noi non ci sono
segreti.
-Va beh, sai che ieri pomeriggio dovevo andare al magazzino di
ferramenta per comperare degli
attrezzi per sistemare la recinzione
dell’Azienda di Castelnuovo che la neve lo scorso inverno aveva abbattuto?
-Si me lo avevi detto prima di andare via.
-Bene, appena finito di riempire il fuoristrada con mazze, asce, tenaglie,
picconi, filo spinato, fascette e tutto il resto sono uscito dal magazzino
mentre un temporale violentissimo si stava scatenando.
-Ma da quando hai paura dei temporali?
-Non ho paura dei temporali e lasciami finire per favore.
-Allora dicevo stavo uscendo dal magazzino avvicinandomi alla statale
quando dalla pioggia torrenziale sbucano due figure che si parano davanti alla
macchina e si avvicinano al finestrino. Abbasso un dito il vetro e vedo due
ragazze con un ombrello che il vento aveva rovesciato bagnate fradice che mi
chiedono:
-Signore per piacere ci fa
salire, abbiamo perso l’autobus……
-Che culo, due ragazze che ti chiedono un passaggio……
-Taci Klinton, sai come sono fatto e non ci ho pensato due volte a
farle salire sistemandole in mezzo ai picconi, vanghe e asce. Appena entrate in
auto tutti i vetri dell’abitacolo si sono appannati pesantemente per la
differenza di temperatura e umidità. Mentre alzo al massimo il riscaldamento
osservo meglio le mie ospiti e mi accorgo che quella al mio fianco sta battendo
i denti violentemente dal freddo e così Le allungo una felpa per asciugarsi e
scaldarsi; è una bella ragazza mora con dei capelli lunghi mentre l’altra
seduta dietro, che è quella che sino ad ora ha parlato, è un po' più alta e ha
i capelli biondo-rossi e ad entrambe si sta sciogliendo il trucco dagli occhi.
Avranno avuto al massimo 26-27 anni, vestivano con jeans e maglietta e
portavano con sè due borsoni da palestra.
Una volta risistemata la visibilità nell’abitacolo riscaldandolo dissi
alle due ragazze che io andavo verso Cremona e chiesi dove volevano essere
lasciate; mi rispose quella accomodata in mezzo agli attrezzi nel sedile
posteriore e disse- Signore per cortesia noi dovremmo andare a Soresina, ci può
portare lì? Visto il forte temporale che continuava a sparare acqua come se
fosse la fine del mondo le rispondo di si anche se dovevo allungare di qualche
chilometro la mia strada e, non so perché, mentre mi avvio con la macchina me
ne esco con questa affermazione – Ah ma allora lavorate alla Soresinese, il
famosissimo caseificio, certo che è un lavoro durissimo facendo i turni a
maneggiare delle forme di grana.
Io non mi spiego il perché di quella frase, forse perché ho degli amici
che ci lavorano e sono impiegate molte persone, ma mi ero fatto questo film con
queste due belle ragazze che lavoravano alla stagionatura delle forme di Grana Padano.
Appena finita la frase la rossa disse tre parole in una lingua sconosciuta alla
mora ed entrambe scoppiarono in una risata fragorosa che Le portò quasi a
piangere da tanto ridevano; all’inizio mi ero un po’ gasato visto che
nonostante la mia età riuscivo ancora a far ridere delle ventenni ma quando
vidi che il riso non terminava mi imbronciai e mi misi taciturno a guidare.
Le ragazze probabilmente accortesi del mio cambiamento di umore cercarono
di recuperare spiegandomi che il loro lavoro era molto più duro e sporco di
quello del caseificio, molto molto più duro.
Io abbozzai intanto nella mia mente cercavo notizie di una miniera
vicino a Soresina; si perché nel mio personale immaginario collettivo lavoro
“duro e sporco” era sinonimo di miniera.
Le ragazze facevano dei risolini tra di loro e visto che io non capivo
proprio mi confessarono la loro vera professione, le prostitute!
Minchia non si fa così, ogni lavoro ha un uniforme, un simbolo, un
segno di riconoscimento per
potersi distinguere; un capostazione cappello con
visiera e paletta, un fornaio ciabatte di cuoio e canotta con bustina in testa
bianca, un avvocato la toga nera, un meccanico la tuta sporca di grasso.
-Certo che tu Flinstone non hai solo il nome preistorico ma lo sei
davvero; ma secondo te le prostitute devono andare in giro con gli stivaloni
alla coscia, calze a rete e trucco pesante per farsi riconoscere? Ma dove vivi?
-Ascolta Klinton queste due mi si presentarono che sembravano due Coccinelle
scout e poi mi dicono che si prostituiscono, non si fa così ma mi rendo conto
di appartenere ad un altro tempo.
-Tempo? Era geologica vorrai dire, e poi con due belle ragazze
disponibili in macchina mi vai a cercare se c’è una miniera a Soresina? No ma
tu ti devi far guardare da uno molto bravo, dammi retta.
-Klinton sei il solito cretino allupato, il mondo non gira tutto
intorno al sesso; a me delle persone mi è sempre piaciuto cercare di capirle e
anche se devo confessare che mi è riuscito poche volte è una cosa che faccio
con tutti se posso, capire il punto di vista degli altri.
-Flin non voglio infierire ma finisci il racconto va che è meglio.
-Niente, il temporale piano piano finì, Le portai a Soresina, mi
salutarono e mi ringraziarono mentre sghignazzavano di nascosto e me ne andai a
casa.
-Niente un paio di palle, dimmi se hai raccontato a casa questa storia
per favore.
-Certo, ed è per questo che non ho dormito, perché in mezzo alle risate
Wilma mi ha detto -Pensa se facevi un incidente e arrivavano i carabinieri e ti
trovavano con una macchina piena di oggetti da serial killer non con una,
ma ben due prostitute a bordo: cosa gli raccontavi?
-Brava, domanda pertinente, e tu cosa gli hai risposto?
-Io mi sono incazzato non per la domanda ma al pensiero della
violazione dello stato di diritto di una persona che non può fare quel cazzo
che vuole in questa nostra Italia, deve essere sempre pronto a giustificarsi.
-Beh con delle asce, vanghe picconi, tenaglie, fascette e non so
cos’altro e due giovani prostitute a bordo eri difficilmente difendibile.
Urlando dalla rabbia gli dico- Klinton ma secondo te la verità del passaggio
in auto causa maltempo non era plausibile?
-Flin calmati, non agitarti che non ti fa bene.
Si, mi stavo alterando senza motivo e Klinton non ne aveva colpa,
nessuno ne aveva, ero solo io che vivevo nell’epoca sbagliata.
-Dai Flinstone non ti inquietare, dimmi cosa ti detto dopo Wilma.
-Niente, ha continuato a ridere tutta la notte nel sonno mentre io non
riuscivo ad addormentarmi dalla rabbia.
.Dai Flin non te la prendere, in fondo hai fatto una buona azione senza
cercare di approfittarne e forse per questo ti chiamano Flinstone.
.Perchè scusa?
-Ma perché fa rima con coglione no?
-Klinton vaff….o, domani ti mando al macello.
.Ma va, ti chiami Flinstone, sei anche troppo buono.
-E’ meglio che vada o finisce male.
-Ciao Flin.
-Ciao Klinton.
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