giovedì 14 luglio 2016

L'Ultimo dei Porcari (gran finale)

-Guardi, negli ultimi anni è stato un calvario per lui; dopo svariati e continui controlli burocratici sul nostro benessere e su carte sanitarie senza alcun senso, si era ribellato ed era stato mandato al confino condannato ai lavori forzati.
 -Al confino? Ma sta scherzando vero?
 -No purtroppo, e so che in città queste notizie non arrivano.
 -Ma dove scusi?
 -Nei campi di lavoro gestiti dalle multinazionali a coltivare insalata sotto serra, sempre chiuso dietro

delle vetrate senza poter respirare aria pulita.
 -Aria pulita per un allevatore di maiali mi sembra un po' azzardata come affermazione.
 -Si vede che lei non ci conosce, guardi che noi maiali siamo puliti ed è solo la concentrazione ad aumentare gli effluvi odorosi; se avesse fatto il militare e se fosse entrata in una camerata da 40 letti una mattina d’inverno con le finestre chiuse le garantisco che non sarebbe qui oggi, altro che maiali.
 -E dopo cosa è accaduto?
 -Il signor Flinstone è tornato dal confino a pezzi, anche perché in questi posti ti fanno il lavaggio del cervello e cercano di rieducarti dal punto di vista alimentare e lui, fedele ai suoi principi, ha digiunato per molto tempo.
 -I suoi principi?
 -Si, lui divideva le persone tra quelli che si nutrono e quelli che mangiano; ai primi non interessa quello che c’è nel piatto e credono a tutto quello che la pubblicità dice mentre i secondi al contrario vogliono conoscere la storia, le tradizioni, i processi di lavorazione di tutto quello che portano alla bocca, in poche parole “cultura del cibo”.
 -Ma in cosa consisteva la rieducazione?
 -Ti obbligano a cibarti di alimenti lavorati non riconoscibili, non materie prime identificabili nel piatto.
 -Perché fanno tutto ciò?
 -Perché l’appiattimento dei gusti e l’omologazione dei prodotti spianerà la strada alle multinazionali che semplicemente mettendo sull’etichetta un tricolore o la particella “BIO” potrà ingannare il consumatore senza che nessuno riesca a capire la verità.
 -Mi scusi signor Klinton,ma di cosa è morto il signor Flinstone?
 -E rimasto soffocato dall’Insalata Blu.
 -Insalata Blu?
 -Si, è un prototipo di insalata prodotta da queste multinazionali che all’ interno delle sue fibre contiene già il condimento, quindi sale, olio e aceto, non c’è bisogno di lavarla perché si sviluppa in ambienti completamente asettici ed è semplicissima quindi da consumare, e le hanno dato quel colore perché il blu è rilassante e accattivante per il consumatore.
 -Ma scusi come fanno a sapere come gli acquirenti la vogliono condire?
 -Gliel’ho detto, l’appiattimento dei gusti porta a questo. E non è finita, l’ultima insalata proposta conteneva anche antidepressivi dosati in modo che il consumatore sia sempre felice e non si ponga troppi problemi.
 -Ma è atroce!
 -No signorina, purtroppo è il futuro che mi ha portato via un carissimo amico con il quale, dopo avermi salvato la vita molti anni fa, ho condiviso molte avventure.
-Come le ha salvato la vita, signor Klinton?
- Quando ero diventato vecchio per la riproduzione al posto di vendermi a chi avrebbe fatto di me un succoso wurstel, mi ha ritagliato un posto all’interno dell’azienda diventando così il capo di tutti i maiali e loro riferimento.

In quel momento entrò l’autista di corsa che, chiedendo scusa, disse che se ne dovevano andare via subito perché il navigatore si era sbagliato e l’indirizzo giusto non era via Milano a Cremona dove erano adesso, ma via Cremona a Milano, sede di una famosissima sartoria.
La giornalista, con gli occhi lucidi per la storia ascoltata, mandò via l’autista dicendogli che si fermava ancora un po'per commemorare un uomo banale,  con un lavoro anormale,  ma pieno di “animalità”.

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