mercoledì 27 gennaio 2016

La Luna rotta (seconda parte)

Caccolo si avvicina completamente e rimaniamo sdraiati sul tappeto a giocare finalmente con la sua gru. Wilma ci chiama, è quasi pronto, ma prima devo portare l’immondizia in cortile.
Caccolo ha capito e quando mi alzo si alza anche lui tendendomi la manina, allora lo vesto e scendiamo raccontandogli che se siamo fortunati vedremo le due tigri del cortile, due gatti adottati dal condominio con forti problemi di obesità che mi guardano sempre con sufficienza.
Ma qui accade una cosa che mi ha sconvolto e che a distanza di anni continua a tornarmi in mente.
Mentre camminiamo verso i bidoni della spazzatura ed un’aria frizzante ci investe Caccolo improvvisamente si blocca guardando in cielo. Mi fermo anche io e guardo verso l’alto ma a parte un cielo limpidissimo pieno di stelle non vedo nulla. Gli chiedo cosa c’è e lui continuando a guardare verso l’alto estasiato indica in sù con il ditino della mano libera.
Torno a guardare ma continuo a non vedere nulla di così accattivante per un bambino.
Mi chino verso Caccolo e gli chiedo cosa vede di così importante.
Lui mi guarda, poi guarda in su e mi indica una bella luna calante dicendo “la luna è rotta”!
“Scusa ma perché è rotta?” chiedo al piccolo.
“Gli manca un pezzetto” risponde Caccolo.
Ho un carattere che non si sconvolge quasi per nulla e forse queste parole non erano così
stravolgenti ma capire che un cucciolo di uomo riesce a vedere delle cose che noi adulti non riusciamo più mi ha fatto pensare a quanto ci perdiamo solo per la nostra superficialità dovuta forse ad una vita frenetica e stressante che non ci permette di riflettere.
Adesso il punto era se spiegare a Caccolo le fasi lunari, e non mi sembrava il caso, oppure dirgli che da lì a qualche giorno la luna sarebbe stata riparata e ovviamente optai per la seconda versione.
Tornammo in casa, ci svestimmo e Wilma ci chiese se era tutto a posto e Le spiegai della luna rotta.
Anche Lei rimase colpita e, mentre il piccolo mangiava con appetito, noi due orsi stranamente avevamo poca fame come se quelle quattro parole ci avessero stravolto.
Dopo aver giocato ancora un po' con la sua gru fantastica decidemmo di andare a letto ma qui il problema era dove far dormire il piccolo, nella camera degli ospiti o insieme agli orsi?
Wilma decise per un referendum democratico e Caccolo votò per venire a dormire con noi.
Mi dicono che russo come una vecchia segheria, emano calore come una vaporiera, mi muovo nella notte come un elefante con la colite, sferro calci come un terzino di bassa categoria e questo piccoletto voleva dormire nel mio letto?
Ci coricammo nel lettone tutti e tre, Wilma leggeva un libro, il piccolo in mezzo abbracciava un suo peluche ed io voltai le spalle a tutti e due.
Si spense la luce, non sentivo fiatare ma ad un certo punto sentii due manine che si aggrappavano alle mie spalle come un cucciolo di panda con la madre, mi mancava solo un germoglio di bambù tra le labbra per completare la scena.
Quella notte non dormii neanche un minuto, alle 5 mi alzai con delicatezza per andare a lavorare, il piccolo era ancora in quella posizione ma non si svegliò.

Mentre lo guardavo pensavo che forse non l’avrei più rivisto ma quell’incontro mi aveva arricchito e ancora oggi, quando mi viene in mente quella sera, mi piace pensare che anche a Caccolo sia rimasto un bel ricordo.

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