lunedì 11 gennaio 2016

La tribù dei Flinstoni

Sono stati divulgati proprio in questi giorni i risultati di uno studio dei ricercatori dell’Università di Canberra in Australia sull’abbassamento delle difese immunitarie negli individui maschi di una popolazione di trogloditi dell’entroterra rimasta isolata per molti anni dal resto del mondo di nome “FLINSTONI”.

Questa popolazione primitiva e dalle abitudini sobrie è stata colpita duramente negli ultimi anni da faringiti, laringiti e tossi compulsive che nei casi più gravi
hanno portato alla morte dei soggetti colpiti.
Per capire il fenomeno gli scienziati hanno tenuto sotto controllo la popolazione maschile della tribù che per motivi legati alla loro attività di allevamento e pastorizia di bestiame, (suini, bovini, ovini), rimanevano lontani dalle loro famiglie per mesi e mesi senza avere nessun tipo di contatto con femmine della loro specie.

Essi hanno appurato che l’assenza prolungata di contatti fisici con baci, coccole, carezze, massaggi e atti sessuali provocava una caduta repentina delle difese immunitarie dovuta proprio al mancato scambio di umori corporali (saliva, alito, etc.) che invece generano di solito l’innalzamento della carica anticorpale.
E’stato inoltre accertato che, sostituendo la dieta frugale a base di farina di mais integrale e radici a cui erano abituati, con abbondantissimi pasti regolari di pasta, carne, insaccati, pesce, sughi, burro, olio e salse varie innaffiati non dalla solita acqua ma da vini e birre in quantità, le capacità immuno-difensive dei
soggetti sotto osservazione venivano enormemente amplificate.

Per evitare perciò una decimazione, dopo questi studi, i soggetti maschi della popolazione hanno cambiato decisamente le loro abitudini cercando di avere sempre a disposizione femmine della loro tribù per lo scambio di contatti fisici e modificando drasticamente la dieta nei termini consigliati dagli scienziati, il tutto ad innalzare le loro difese immunitarie.

Visti gli ottimi risultati ottenuti i ricercatori vogliono ricordare ai fortunatissimi possessori dei pochi soggetti ancora viventi originari di questa tribù tenuti in cattività o a chi ne venisse in contatto, che posseggono una delle ultime meraviglie della terra e che prossimamente l’Unesco, avviando l’iter burocratico per annoverarli come patrimonio dell’umanità, li renderà inestimabili.

Gli studiosi consigliano anche di documentarsi sullo studio appena svolto e di attenersi scrupolosamente ai consigli riportati, come ad esempio tenerli molto all’aria aperta perché in luoghi chiusi tendono a sporcare, in modo che possano vivere più a lungo senza soffrire anche se lontani dal loro habitat naturale e soprattutto senza mai contrariarli facendogli fare e mangiare quello che vogliono.

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