martedì 2 agosto 2016

Le "Casare" di Soresina


Dopo una nottata di dormiveglia e sonno agitato non ho voglia di parlare con Klinton, il mio verro consolatore, ma mi ha già visto entrare e sta trotterellando verso di me.

-Ciao Flin, come va?

-Molto male grazie, ho passato una notte un po' burrascosa.

-Come mai Flin, cos’è successo? Mangiato troppo come al solito?

-No no, è una storia lunga ma non ho molta voglia di parlarne.

-Dai racconta, non farmi stare sulle spine e poi tra noi non ci sono segreti.

-Va beh, sai che ieri pomeriggio dovevo andare al magazzino di ferramenta per comperare degli
attrezzi per sistemare la recinzione dell’Azienda di Castelnuovo che la neve lo scorso inverno aveva abbattuto?

-Si me lo avevi detto prima di andare via.

-Bene, appena finito di riempire il fuoristrada con mazze, asce, tenaglie, picconi, filo spinato, fascette e tutto il resto sono uscito dal magazzino mentre un temporale violentissimo si stava scatenando.

-Ma da quando hai paura dei temporali?

-Non ho paura dei temporali e lasciami finire per favore.

-Allora dicevo stavo uscendo dal magazzino avvicinandomi alla statale quando dalla pioggia torrenziale sbucano due figure che si parano davanti alla macchina e si avvicinano al finestrino. Abbasso un dito il vetro e vedo due ragazze con un ombrello che il vento aveva rovesciato bagnate fradice che mi chiedono:

 -Signore per piacere ci fa salire, abbiamo perso l’autobus……

-Che culo, due ragazze che ti chiedono un passaggio……

-Taci Klinton, sai come sono fatto e non ci ho pensato due volte a farle salire sistemandole in mezzo ai picconi, vanghe e asce. Appena entrate in auto tutti i vetri dell’abitacolo si sono appannati pesantemente per la differenza di temperatura e umidità. Mentre alzo al massimo il riscaldamento osservo meglio le mie ospiti e mi accorgo che quella al mio fianco sta battendo i denti violentemente dal freddo e così Le allungo una felpa per asciugarsi e scaldarsi; è una bella ragazza mora con dei capelli lunghi mentre l’altra seduta dietro, che è quella che sino ad ora ha parlato, è un po' più alta e ha i capelli biondo-rossi e ad entrambe si sta sciogliendo il trucco dagli occhi. Avranno avuto al massimo 26-27 anni, vestivano con jeans e maglietta e portavano con sè due borsoni da palestra.

Una volta risistemata la visibilità nell’abitacolo riscaldandolo dissi alle due ragazze che io andavo verso Cremona e chiesi dove volevano essere lasciate; mi rispose quella accomodata in mezzo agli attrezzi nel sedile posteriore e disse- Signore per cortesia noi dovremmo andare a Soresina, ci può portare lì? Visto il forte temporale che continuava a sparare acqua come se fosse la fine del mondo le rispondo di si anche se dovevo allungare di qualche chilometro la mia strada e, non so perché, mentre mi avvio con la macchina me ne esco con questa affermazione – Ah ma allora lavorate alla Soresinese, il famosissimo caseificio, certo che è un lavoro durissimo facendo i turni a maneggiare delle forme di grana.

Io non mi spiego il perché di quella frase, forse perché ho degli amici che ci lavorano e sono impiegate molte persone, ma mi ero fatto questo film con queste due belle ragazze che lavoravano alla stagionatura delle forme di Grana Padano. Appena finita la frase la rossa disse tre parole in una lingua sconosciuta alla mora ed entrambe scoppiarono in una risata fragorosa che Le portò quasi a piangere da tanto ridevano; all’inizio mi ero un po’ gasato visto che nonostante la mia età riuscivo ancora a far ridere delle ventenni ma quando vidi che il riso non terminava mi imbronciai e mi misi taciturno a guidare.

Le ragazze probabilmente accortesi del mio cambiamento di umore cercarono di recuperare spiegandomi che il loro lavoro era molto più duro e sporco di quello del caseificio, molto molto più duro.

Io abbozzai intanto nella mia mente cercavo notizie di una miniera vicino a Soresina; si perché nel mio personale immaginario collettivo lavoro “duro e sporco” era sinonimo di miniera.

Le ragazze facevano dei risolini tra di loro e visto che io non capivo proprio mi confessarono la loro vera professione, le prostitute!

Minchia non si fa così, ogni lavoro ha un uniforme, un simbolo, un segno di riconoscimento per
potersi distinguere; un capostazione cappello con visiera e paletta, un fornaio ciabatte di cuoio e canotta con bustina in testa bianca, un avvocato la toga nera, un meccanico la tuta sporca di grasso.

-Certo che tu Flinstone non hai solo il nome preistorico ma lo sei davvero; ma secondo te le prostitute devono andare in giro con gli stivaloni alla coscia, calze a rete e trucco pesante per farsi riconoscere? Ma dove vivi?

-Ascolta Klinton queste due mi si presentarono che sembravano due Coccinelle scout e poi mi dicono che si prostituiscono, non si fa così ma mi rendo conto di appartenere ad un altro tempo.

-Tempo? Era geologica vorrai dire, e poi con due belle ragazze disponibili in macchina mi vai a cercare se c’è una miniera a Soresina? No ma tu ti devi far guardare da uno molto bravo, dammi retta.

-Klinton sei il solito cretino allupato, il mondo non gira tutto intorno al sesso; a me delle persone mi è sempre piaciuto cercare di capirle e anche se devo confessare che mi è riuscito poche volte è una cosa che faccio con tutti se posso, capire il punto di vista degli altri.

-Flin non voglio infierire ma finisci il racconto va che è meglio.

-Niente, il temporale piano piano finì, Le portai a Soresina, mi salutarono e mi ringraziarono mentre sghignazzavano di nascosto e me ne andai a casa.

-Niente un paio di palle, dimmi se hai raccontato a casa questa storia per favore.

-Certo, ed è per questo che non ho dormito, perché in mezzo alle risate Wilma mi ha detto -Pensa se facevi un incidente e arrivavano i carabinieri e ti trovavano con una macchina piena di oggetti da serial killer non con una,

ma ben due prostitute a bordo: cosa gli raccontavi?

-Brava, domanda pertinente, e tu cosa gli hai risposto?

-Io mi sono incazzato non per la domanda ma al pensiero della violazione dello stato di diritto di una persona che non può fare quel cazzo che vuole in questa nostra Italia, deve essere sempre pronto a giustificarsi.

-Beh con delle asce, vanghe picconi, tenaglie, fascette e non so cos’altro e due giovani prostitute a bordo eri difficilmente difendibile.

Urlando dalla rabbia gli dico- Klinton ma secondo te la verità del passaggio in auto causa maltempo non era plausibile?

-Flin calmati, non agitarti che non ti fa bene.

Si, mi stavo alterando senza motivo e Klinton non ne aveva colpa, nessuno ne aveva, ero solo io che vivevo nell’epoca sbagliata.

-Dai Flinstone non ti inquietare, dimmi cosa ti detto dopo Wilma.

-Niente, ha continuato a ridere tutta la notte nel sonno mentre io non riuscivo ad addormentarmi dalla rabbia.

.Dai Flin non te la prendere, in fondo hai fatto una buona azione senza cercare di approfittarne e forse per questo ti chiamano Flinstone.

.Perchè scusa?

-Ma perché fa rima con coglione no?

-Klinton vaff….o, domani ti mando al macello.

.Ma va, ti chiami Flinstone, sei anche troppo buono.

-E’ meglio che vada o finisce male.

-Ciao Flin.

-Ciao Klinton.

giovedì 14 luglio 2016

L'Ultimo dei Porcari (gran finale)

-Guardi, negli ultimi anni è stato un calvario per lui; dopo svariati e continui controlli burocratici sul nostro benessere e su carte sanitarie senza alcun senso, si era ribellato ed era stato mandato al confino condannato ai lavori forzati.
 -Al confino? Ma sta scherzando vero?
 -No purtroppo, e so che in città queste notizie non arrivano.
 -Ma dove scusi?
 -Nei campi di lavoro gestiti dalle multinazionali a coltivare insalata sotto serra, sempre chiuso dietro

delle vetrate senza poter respirare aria pulita.
 -Aria pulita per un allevatore di maiali mi sembra un po' azzardata come affermazione.
 -Si vede che lei non ci conosce, guardi che noi maiali siamo puliti ed è solo la concentrazione ad

lunedì 20 giugno 2016

L'Ultimo dei Porcari (seconda parte)

-Vede, il signor Flinstone faceva questo mestiere con passione e noi, consapevoli del nostro ruolo, gli volevamo molto bene perché ci trattava con rispetto e non ci faceva mancare mai nulla, e guai se qualcuno dei suoi dipendenti ci maltrattava.
-Scusi signor Klinton cosa intende con consapevoli del vostro ruolo?
-E’filosofia suina signorina, gli umani non la possono capire perché pensano di essere immortali e che tutto giri intorno a loro; comunque significa che tutti dobbiamo morire prima o poi e ognuno ha un ruolo in questo mondo e che bisogna svolgerlo al meglio e senza soffrire.
-Mi sta dicendo che siete contenti di finire trasformati in prosciutti e culatelli?

sabato 11 giugno 2016

L'Ultimo dei Porcari (prima parte)



Appena atterrata a Linate era stata prelevata da un autista con limousine insieme al fotografo che l’accompagnava per le interviste; lei era molto bella ed elegante mentre il giovane aveva un’aria malaticcia e le narici arrossate indicavano una passione proibita.

Era una delle giornaliste di moda più quotata al mondo e i più famosi stilisti pendevano dalle sue labbra.

Uscirono da Milano prendendo la direzione sud, e dopo circa un’ora di strada si immisero in un vialone alberato che portava ad una vecchia ed enorme cascina.

Nello spiazzo antistante i fabbricati erano posteggiati tantissimi camion per il trasporto bestiame, listati a lutto, e neanche una macchina.

-Ma è sicuro che sia questo il posto? chiese Lei con distacco all’autista.

-Dottoressa, l’indirizzo me l’hanno inviato via mail sul navigatore e ci ha portato sin qui.

Va bè, pensò lei, in fondo nel mondo della moda erano tutti un po' strani.

Scese dalla limousine inzaccherandosi di fango le preziosissime scarpe tacco 12 all’ultima grido.

Le scappò un’imprecazione che nessuno sentì e si avvicinò a quella che doveva essere l’entrata, un portone enorme con dei drappi scuri e con ai lati due grosse figure nere in divisa.

Mentre si avvicinava non riusciva a credere ai suoi occhi, le due figure erano due maiali neri

sabato 9 aprile 2016

La Contessa e i Topi Milanesi

- Ciao Klinton come va? Che cosa stai leggendo?
- Ciao Flin, bene grazie e tu? Sto leggendo il Corrierone con le lettere a questa giornalista, tale Isabella Rossi Fedrigotti che dà una risposta interessante ad una lettrice.

- Guarda che questa Signora è una famosa scrittrice e giornalista ed è anche comproprietaria di una pregiata casa vinicola ereditata del padre, il famoso Conte Federico Bossi Fedrigotti. Comunque spiegami meglio Klinton per cortesia.
- La lettrice scrive una lettera di protesta alla giornalista per il problema dell’invasione di topi ai Giardinetti Indro Montanelli di Milano, sai dove sono tu che sei milanese di nascita?

Noto una certa irriverenza nel dire milanese di nascita, comunque certo che so dove sono, sono in pieno centro e si chiamavano Giardinetti di via Palestro una volta e al loro interno sono ospitati il Museo di Storia Naturale, il Planetario e una volta anche lo zoo; mi ci portava sempre mio padre la domenica perché c’era una fontana molto grande dove si potevano far

domenica 13 marzo 2016

Profumo di Maiale (Eau de Cochon)

Ora che Klinton ha a disposizione la televisione è irrefrenabile e si è abbonato a tutti i tipi di canali a pagamento ed ogni giorno immancabilmente mi coinvolge in qualche critica cinematografica.
-Ciao Flin, tutto bene?
-Certo Klinton, e te?
-Si grazie, ti volevo parlare del film che ho visto ieri sera, “Profumo, storia di un assassino”.
-Si l’ho già visto, mi era anche piaciuto, forse un po' crudo ma bello. E’ tratto da un romanzo di uno
scrittore tedesco ed era ambientato in Francia nel periodo antecedente la rivoluzione se non sbaglio e alcune scene erano state girate a Grasse e nelle Isle de Lerin.
-Anche a me è piaciuto molto ma volevo parlarti dell’abitudine di Voi umani di profumarvi, a me sembra strana.

martedì 1 marzo 2016

Klinton e la pubblicità

Per Natale ho regalato a Klinton, il mio verro, un apparecchio TV in modo che la sera, oltre a leggere i suoi libri filosofici, si potesse distrarre un poco e non vedo l’ora di sentire le sue opinioni a proposito.
Quando entro nel capannone mi apostrofa con un -eccolo qui l’uomo della TV!
-Cosa c’è Klinton, non ti è piaciuto il mio regalo?
-Si si, grazie ma sai avevo organizzato una cenetta romantica con Ilona, quella scrofetta olandese carina, invitandola a vedere la TV nel mio box ma nelle vostre televisioni umane ci sono dei programmi all’ora di cena che noi, che siamo dei maiali, non ci sogneremmo mai di trasmettere.
-Scusa ad esempio?
-Stavamo mangiando gli antipasti e sono comparsi dei vecchi a cui saltavano via le dentiere e questi ci andavano pesanti con delle colle sulle gengive mostrandone la tenuta spalancando “la sala

lunedì 15 febbraio 2016

Inseguito dal Porcello

Uno va ad Antibes, in Costa Azzurra, per vivere un romantico weekend d'amore alla fiera di San Valentino "Pain, Amour et Chocolat", e cosa trova?

Avevo in mente ostriche e champagne. Mi accontenterò di lambrusco e porchetta.


venerdì 5 febbraio 2016

Filosofia Suina

E’ sera, sto andando a casa ma vedo ancora una luce accesa in allevamento e vado a controllare; è l’ufficio di Klinton, il mio amico verro, busso al suo box ed entro.
-          Ciao Klin, tutto a posto? Cosa stai facendo?
-          Si grazie Flin, tutto bene; sto leggendo Porcrate, un famoso filosofo greco mio avo.
-          Filosofo greco tuo avo? A dir la verità io ho sentito parlare di un certo Socrate, ma questo era un maiale?
-          Si perché cosa c’è di strano? Sai che si pensa che sia uno dei discendenti dei marinai di Ulisse trasformati in porci dalla Maga Circe?
-          Scusa ma Ulisse non aveva trovato l’antidoto al maleficio della Maga?
-          Si è vero, ma lui, che era un don Giovanni, in quel momento si era appartato con una maialina e quando Ulisse ha fatto togliere il maleficio dalla Maga Circe è rimasto un maiale; Ulisse per pietà l’ha comunque riportato in patria e dopo aver sconfitto i Proci facendo un anagramma ha

mercoledì 27 gennaio 2016

La Luna rotta (seconda parte)

Caccolo si avvicina completamente e rimaniamo sdraiati sul tappeto a giocare finalmente con la sua gru. Wilma ci chiama, è quasi pronto, ma prima devo portare l’immondizia in cortile.
Caccolo ha capito e quando mi alzo si alza anche lui tendendomi la manina, allora lo vesto e scendiamo raccontandogli che se siamo fortunati vedremo le due tigri del cortile, due gatti adottati dal condominio con forti problemi di obesità che mi guardano sempre con sufficienza.
Ma qui accade una cosa che mi ha sconvolto e che a distanza di anni continua a tornarmi in mente.
Mentre camminiamo verso i bidoni della spazzatura ed un’aria frizzante ci investe Caccolo improvvisamente si blocca guardando in cielo. Mi fermo anche io e guardo verso l’alto ma a parte un cielo limpidissimo pieno di stelle non vedo nulla. Gli chiedo cosa c’è e lui continuando a guardare verso l’alto estasiato indica in sù con il ditino della mano libera.
Torno a guardare ma continuo a non vedere nulla di così accattivante per un bambino.
Mi chino verso Caccolo e gli chiedo cosa vede di così importante.
Lui mi guarda, poi guarda in su e mi indica una bella luna calante dicendo “la luna è rotta”!
“Scusa ma perché è rotta?” chiedo al piccolo.
“Gli manca un pezzetto” risponde Caccolo.
Ho un carattere che non si sconvolge quasi per nulla e forse queste parole non erano così

giovedì 21 gennaio 2016

La Luna rotta (prima parte)

Serata autunnale, primi freddi con cieli sereni, una lunga doccia ristoratrice prima della cena.
Suona il telefono di Wilma, c’è una piccola emergenza: una sua collega ha il turno di notte in ospedale e chi doveva tenerle il bimbo ha avuto un problema e così ha pensato a noi.
Ma è pazza o solo disperata?
L’avremmo visto sì e no un paio di volte al massimo; non abbiamo figli, alla sera stiamo rinchiusi nella nostra grotta come due orsi per poi ripartire tutte le albe di ogni santo giorno per arrivare sfiancati alla sera. Non siamo altro che un rozzo porcaro e un’infermiera che si dedica quasi giorno e notte a malati in coma che difficilmente rivedranno la vita, sai che seratina per un bambino!
Arriva il piccolo con la madre, una bella ragazza con un forte carattere che ha scelto di crescere il bambino da sola e, a quanto vedo, con ottimi risultati.
Lei è dolcissima, lui la guarda come si può guardare solo una vera mamma.
E’ piccolo, avrà 4 o 5 anni, sembra un puttino, biondissimo con i boccoli, veramente un bel

lunedì 11 gennaio 2016

La tribù dei Flinstoni

Sono stati divulgati proprio in questi giorni i risultati di uno studio dei ricercatori dell’Università di Canberra in Australia sull’abbassamento delle difese immunitarie negli individui maschi di una popolazione di trogloditi dell’entroterra rimasta isolata per molti anni dal resto del mondo di nome “FLINSTONI”.

Questa popolazione primitiva e dalle abitudini sobrie è stata colpita duramente negli ultimi anni da faringiti, laringiti e tossi compulsive che nei casi più gravi
hanno portato alla morte dei soggetti colpiti.
Per capire il fenomeno gli scienziati hanno tenuto sotto controllo la popolazione maschile della tribù che per motivi legati alla loro attività di allevamento e pastorizia di bestiame, (suini, bovini, ovini), rimanevano lontani dalle loro famiglie per mesi e mesi senza avere nessun tipo di contatto con femmine della loro specie.

Essi hanno appurato che l’assenza prolungata di contatti fisici con baci, coccole, carezze, massaggi e atti sessuali provocava una caduta repentina delle difese immunitarie dovuta proprio al mancato scambio di umori corporali (saliva, alito, etc.) che invece generano di solito l’innalzamento della carica anticorpale.
E’stato inoltre accertato che, sostituendo la dieta frugale a base di farina di mais integrale e radici a cui erano abituati, con abbondantissimi pasti regolari di pasta, carne, insaccati, pesce, sughi, burro, olio e salse varie innaffiati non dalla solita acqua ma da vini e birre in quantità, le capacità immuno-difensive dei